domenica 5 gennaio 2014

Sud e Nord: quale “coesione”? Due Italie e nessuno ne parla.

Nel totale silenzio di giornalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni più o meno importanti ed opinionisti del Sud, come del Nord, il 30 dicembre sono stati pubblicati dall’ISTAT i dati sulla “coesione sociale” in Italia per il 2012. Altrettanto recenti e drammatici i dati che rivelavano una notizia drammatica e (anche in questo caso) quasi del tutto ignorata: nel 2012 al Sud i morti hanno superato i vivi ed era capitato solo all’indomani dell’unificazione italiana… Intanto la “coesione sociale” non esiste e forse non è mai esistita se diamo un occhio alle serie di dati dal 1860 ad oggi. E’ incontrovertibile, infatti, con buona pace egli intellettuali ufficiali, che fino al 1860, confrontando i dati del Sud e del Nord, veniva fuori un quadro più positivo per l’ex Regno delle Due Sicilie che per gli attuali territori “padani”. Così come è incontrovertibile che negli ultimi decenni le differenze sono diventate più consistenti con trend in netta crescita che lasciano presagire una situazione ancora più drammatica per i prossimi anni. Qualche dato e una premessa tratta dalla pubblicazione dell’ISTAT: “gli indicatori di deprivazione materiale, armonizzati a livello comunitario richiamano il concetto di povertà assoluta, riferendosi all’incapacità da parte di individui e famiglie di potersi permettere determinati beni materiali o attività che sono considerati normali nella società attuale”.  Il 41% delle famiglie abitanti nel Sud è “deprivato”, percentuale quasi doppia rispetto a quella del Centro (21,6%) e quasi tripla rispetto a quella del Nord (15,7%); per la Grecia giustamente al centro del dibattito internazionale  il 19,9% della popolazione è a rischio-deprivazione grave. Il 37,3% della popolazione è “deprivata” in Campania, il 49,3 % in Puglia (e c’è qualcuno che parla ancora di una Puglia “diversa” o di un “Sud diversificato”), 39,0 % in Calabria, 53,2 % in Sicilia. A rischio povertà il 19,3 % della popolazione al Nord, il 46,8 % al Sud. A rischio persistente di povertà il 4,2% Nord, il 22,2% Sud. Disoccupati tra il 9,2% (Piemonte) e il 6,6% (Veneto): dal 15,7% (Puglia) al 19,3% (Calabria e Campania) quelli del Sud. E intanto, a semplice ma efficace dimostrazione della volontà del tutto assente di iniziare a risolvere le questioni che ci riguardano, nel 2010  sono stati spesi 134 euro per abitante per interventi e servizi sociali nel Nord Ovest, 162 nel Nord Est e 53 nel Sud… E c’è ancora chi parla di unità d’Italia o di questioni settentrionali o nazionali al pari di quelle meridionali. E c’è ancora chi parla di “coesione” addirittura con appositi ministeri o di rischi di secessione.
Dati completi su http://www.istat.it/it/archivio/108637.