martedì 31 luglio 2012

Il Reale Albergo dei poveri






Napoli. Il Real Albergo dei Poveri, 
il grande cuore della Città.

di
Tonia Ferraro


Il Real Albergo dei Poveri, chiamato tradizionalmente dai napoletani ‘o serraglio, è la costruzione monumentale più grande di Napoli ed una delle maggiori del ‘700 in tutta l'Europa. Carlo III di Borbone, nel 1751, diede incarico a Ferdinando Fuga di progettare un edificio che ospitasse tutti i poveri del Regno.

L’ingegnere Fuga, nativo di Firenze, ideò una fabbrica mastodontica, articolata in pianta rettangolare, con cinque cortili lineari e la chiesa al centro, con pianta radiale a sei bracci; l'opera rimase incompiuta, per cui l’attuale estensione, che si sviluppa su una superficie di 103mila m², con più di 9 km di corridoi, oltre 430 stanze, una facciata lunga 354 metri (all’incirca cento metri in più del prospetto della Reggia di Caserta), con 20.000 m² di spazi all'aperto, è solo una parte del progetto originale di Fuga che, invece, prevedeva dimensioni ben maggiori: il prospetto doveva estendersi per 600 metri, con una larghezza di 135 metri.

La facciata si presenta lineare, con una scalea all’ingresso principale; sul timpano centrale è posto un orologio e sul fronte è posta l’iscrizione: «Regium Totius Regni Pauperum Hospicium».
La fabbrica non venne mai completata, vuoi per i costi altissimi, vuoi perché Ferdinando IV aveva una visione più lungimirante rispetto al padre: era convinto che quest’immensa opera caritatevole rimanesse fine a se stessa, e preferì dare un taglio più pratico al progetto: come per San Leucio, decise di impiantare un produzione manifatturiera. C’era bisogno di locali grandi dove collocare le macchine tessili; quindi, incaricò della realizzazione l'architetto Francesco Maresca, che eliminò i due grandi cortili laterali, previsti nell’idea originaria, riducendo il numero delle stanze per creare ambienti più ampi; le più grandi misurano 40 metri di lunghezza, e sono larghe ed alte 8 metri.

Nel 1819, comunque, i lavori vennero nuovamente sospesi, questa volta definitivamente.
Nel corso degli anni la fabbrica del Real Albergo dei Poveri ha avuto molteplici destinazioni: nata come Istituzione di Carità, voleva assicurare la sopravvivenza a circa ottomila tra giovani e mendicanti del Regno che non avevano lavoro né fissa dimora: offrire, dunque, un’alternativa alla strada. A partire dal 1802, si volle dare ai diseredati non solo i mezzi di sussistenza ma anche l'insegnamento di un mestiere che li avrebbe potuti rendere autosufficienti.

Nella Napoli “città rinascimentale”, Il Real Albergo dei Poveri divenne, dunque, centro rieducativo per giovani che, recuperati alla vita sociale, ricevevano l’avviamento pratico ai mestieri.
L’Albergo dei Poveri ebbe anche altre funzioni, come scuola per sordomuti; nel 1830 fu scuola di musica con insegnanti di valore come Caravaglios, Tribunale dei Minori, vero e proprio carcere ed archivio. Non perse mai del tutto, comunque, la sua originaria funzione assistenziale. 
Come centro di osservazione minorile, comprendeva due giardini, due palestre, l'infermeria, un refettorio con cucina, un'officina, un laboratorio artigianale, una scuola elementare e di psicotecnica, la direzione didattica e vaste camerate dove dormivano gli ospiti.

Gli ospiti venivano selezionati in questo modo: uomini, donne, ragazzi e ragazze, sistemati in settori rigorosamente separati. Le sale interne erano divise in“Pro Feminis et Puellis” e “Pro Viris et Pueris”, separando le ali in cui si svolgevano le attività: i maschi studiavano grammatica, matematica, musica, disegno o si dedicavano all’apprendimento di mestieri manuali come stampatore, sarto, meccanico, calzolaio o tessitore; le donne, invece, oltre che allo studio, erano rese pratiche nella tessitura e nella sartoria. 
I cortili laterali, adibiti a giardini, avevano campetti di calcio, palla a volo, un cinema, delle officine meccaniche, una palestra, un distaccamento dei Vigili del fuoco e l'Archivio di Stato civile. Nel 1938 la struttura ospitò alcuni rappresentanti del Congresso internazionale di criminologia. Nel 1929 furono registrati i primi crolli; poi, un terremoto del '43 provocò il distacco di alcuni solai. Nuovo crollo col sisma del 1980, in cui persero la vita quattro persone.
Nel 1981, la proprietà dell'edificio, quindi, passò al Comune di Napoli; dopo anni di degrado e di usi impropri, finalmente poteva ripartire il recupero, ed i lavori iniziarono nel 1999.

Attualmente, l’Amministrazione Comunale sta procedendo con i lavori restauro critico e recupero filologico; in alcuni ambienti già terminati vengono ospitate manifestazioni e spettacoli, ed è in programma di farne sede della “Città dei Giovani”, una struttura a disposizione della popolazione minorile del quartiere.
Inoltre, il programma comunale prevede che "... Intorno alle grandi corti del Real Albergo dei Poveri sarà possibile frequentare corsi di studio universitari o di specializzazione, fare teatro, musica, andare al cinema, accedere ad alloggi e atelier a prezzo contenuto, imparare un lavoro, fare sport, avere informazioni e accedere a servizi di assistenza per lo studio e il lavoro, trovare chi ha voglia di ascoltare, incontrare altri giovani provenienti da altri paesi".

L'opera, dunque, si inserisce in un contesto non lontano dalle finalità per le quali fu creata 
Sebbene sulla struttura attualmente gravino ancora vincoli giuridici, come quelli di destinazione socio-assistenziale e storico-artistica, l’opera di riqualificazione procede, nonostante i tagli al Bilancio comunale e la difficoltà oggettiva della ristrutturazione di un sito enorme come quello del Real Albergo, nato dal cuore caritatevole di Carlo III, valorizzato dalla mente pragmatica di Ferdinando IV e, purtroppo, mai terminata.


Fonte: ilmediano.it