giovedì 29 settembre 2011

Novità editoriale

"Breve storia della società siciliana"

Saggio di Pasquale Hamel sugli ultimi 200 anni
di
Ignazio Coppola


Il saggio di Pasquale Hamel “Breve storia della società siciliana- 1780-1990”, 250 pagine, edito in questi giorni dalla Sellerio editore, si presenta oggi come una più una arricchita riedizione di quello pubblicato nel lontano 1995 e che, con opportuni aggiornamenti e dovute riflessioni, per le tematiche e le questioni poste in essere e nel contesto delle celebrazioni del 150 anniversario dell’Unità d’Italia,assume connotazioni
di grande attualità all’interno di un dibattito avviato da tempo sul ruolo svolto dalla Sicilia e dalla sua classe dirigente nel corso dei suoi due ultimi secoli di storia.

Il meritorio e metodico lavoro di Hamel nella ricostruzione di fatti ed avvenimenti che sono cronaca e storia nello stesso tempo e per questo, ancor che puntualmente documentati, più rispondenti a verità storiche che molto spesso le agiografie ufficiali hanno teso a mistificare e a distorcere.

Il saggio lo si può, per questo, considerare come una obbiettiva panoramica di due secoli della storia siciliana tracciata dall’autore con serenità di giudizio e caratterizzato da una puntuale analisi storica che induce il lettore a coinvolgenti riflessioni sui più significativi avvenimenti che caratterizzarono la storia della Sicilia dalla fine del 700 alla fine del 900.

Partendo da personaggi innovatori e riformatori, protagonisti della fine del 700 siciliano quali furono appunto Francesco Paolo di Blasi e il viceré Domenico Caracciolo, il saggio prosegue poi con le rivoluzioni del 1812 e del 1848 caratterizzate come sostiene Hamel dallo scontro che vide contrapposti il potere istituzionale del re borbone e il potere sostanziale dei baroni siciliani, a difesa dei loro privilegi, che in ambedue i casi si risolse in un primo momento a favore di questi ultimi. Nel 1812 con la concessione della costituzione e nel 1848 con la ricostituzione del parlamento siciliano.Salvo poi tornare allo “statu quo” sino al 1860, anno dell’impresa dei mille e della dissoluzione del Regno delle Due Sicilie e del crepuscolo dei Borbone e poi con la rivolta di Palermo ,che comportò una sanguinosa repressione, del 1866 altrimenti detta del “ Sette e Mezzo”. Con la “conquista regia”, del mezzogiorno e della Sicilia come la definì Gramsci e come opportunamente ribadisce Hamel nel suo saggio “ le province meridionali furono schiacciate e ridotte a ruolo di assoluta subordinazione da parte del nuovo stato italo-piemontese. Sorge così la “questione meridionale”, non causa ma effetto dell’unità nazionale, all’interno della quale si colloca una più specifica “ questione siciliana” che ci trasciniamo drammaticamente sino ai nostri giorni. E su una “Questione Siciliana”, sempre più disattesa e tradita dalle proprie classi dirigenti e dal proprio ceto politico, che Hamel svolge la sua puntuale ed attenta analisi . I Fasci dei lavoratori, il “Progetto Sicilia dei Florio, lo sviluppo del movimento cooperativo siciliano, le emigrazioni, i processi di inurbamento sono tappe significative della storia della Sicilia tra la fine dell’800 e gli inizi del 900, temi che l’autore tratta con estremo rigore storico con testimonianze e documenti dell’epoca che favoriscono nel lettore l’approfondimento delle conoscenza di quel periodo storico. E poi il Fascismo che in Sicilia ebbe caratteristiche, per connotazioni ambientali e sociali, molto diverse che nel resto del paese che finì per concentrare il proprio impegno nei confronti della Sicilia ponendosi due prevalenti obbiettivi. La trasformazione del latifondo e la lotta alla mafia ma.con scarsi successi per i risultati che se ne ebbero.

Ed infine nell’immediato dopo guerra, preceduto dalle aspirazioni e dalle rivendicazioni separatiste di Finocchiaro Aprile e di Antonio Canepa, il battesimo dell’Autonomia Siciliana. Un periodo questo che Hamel racconta in maniera più coinvolgente, forse più da cronista che da storico, con testimonianze e dovizia di particolari frutto di conoscenze dirette che per un periodo lo videro non solo spettatore ma anche protagonista all’interno del palazzo dei Normanni .
L’irripetibile esperienza del milazzismo, che fece esplodere le contraddizioni della classe politica di quel tempo e che sfocerà poi nel primo esperimento del centrosinistra in Sicilia, è riportata nel saggio con l’occhio di chi con lucido distacco traccia una analisi obbiettiva di quegli avvenimenti senza trascendere in giudizi di parte. Infine il periodo degli anni settanta in poi caratterizzato dal dagli sforzi e dai tentativi di una classe politica emergente impegnata in un progetto di “solidarietà autonomistica” per il riscatto morale e sociale dell’isola, drammaticamente vanificati dalla barbarie mafiosa con gli efferati omicidi di Pio La Torre e di Pier Santi Mattarella convinti vessilliferi del quei valori fondati sul solidarismo delle forze progressiste siciliane.

In conclusione il saggio di Hamel non è una storia “tout-court” della Sicilia degli ultimi due secoli ma un attenta riflessione suffragata da puntuali testimonianze e documenti sulle cause sociali, ambientali,economiche e politiche che pregnarono e caratterizzarono quel periodo storico attenzionato dall’autore. La conclusione pessimistica sulla “irredimibilità” della Sicilia a cui perviene Hamel riesumando il termine, a suo tempo, coniato da Leonardo Sciascia e forse la stessa a cui perverrà il lettore dopo avere approfondito gli interessanti temi contenuti nel saggio e che fa giustizia, per buona parte, di quei luoghi comuni che riguardano la Sicilia e che troppo spesso hanno caratterizzato la storiografia ufficiale e di maniera.
© Riproduzione riservata

Pubblicato da SICILIA INFORMAZIONI del 26 settembre 2011

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Prezzo: 12,00 Euro
Brossura: 250 pagine
Editore: Sellerio Editore Palermo (2011)
Collana: Il divano
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8838925720
ISBN-13: 978-8838925726
Peso di spedizione: 181 g



Sinossi

Non una storia in breve della Sicilia, ma una storia della società siciliana, precisamente di quel complesso patto sociale che lega l'Isola, pur in una situazione di crescita, ad una permanente arretratezza. Attraverso le tappe cruciali della vicenda isolana, dai tentativi giacobini fino agli anni dell'Autonomia regionale, Pasquale Hamel illustra la sua tesi di attualità critica vibrante, oggi che tornano spiriti di ambiguo rivendicazionismo sicilianista. Nella società siciliana si ripete da secoli lo stesso copione: classi popolari subalterne all'egemonia dei ceti forti, classi dirigenti unite nel dare agli "altri" le colpe dei propri secolari ritardi, e portatrici di una politica consistente nell'accettare sostanzialmente uno Stato assente in cambio della conservazione del potere delle locali oligarchie dominanti.